Micronutrienti e salute in Europa: cosa rivela il nuovo studio e perché gli integratori sono sempre più importanti

Micronutrienti e salute in Europa: cosa rivela il nuovo studio e perché gli integratori sono sempre più importanti

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Carenze nascoste: quali nutrienti mancano di più
  3. Perché accade nonostante la disponibilità di cibo?
  4. Il ruolo degli integratori: strumento di prevenzione e resilienza
  5. Evidenze scientifiche: cosa dice lo studio
  6. Una questione culturale e di consapevolezza
  7. Consigli pratici: come integrare in modo corretto
  8. Conclusioni
  9. Domande frequenti (FAQ)

Introduzione

Viviamo in un continente ricco di cibo e varietà alimentare, eppure le carenze di micronutrienti rimangono un problema diffuso e sottovalutato in Europa. Un recente studio pubblicato a settembre 2025 su Frontiers in Nutrition, una delle riviste più influenti nel settore della nutrizione, ha analizzato i dati provenienti da 14 Paesi europei, evidenziando che una quota significativa della popolazione non raggiunge i livelli raccomandati di diversi nutrienti essenziali, tra cui vitamina D, ferro, folati, calcio e iodio. 

Questa condizione, definita inadeguatezza nutrizionale, non porta necessariamente a malattie cliniche immediate, ma nel lungo periodo può compromettere energia, benessere e capacità di difendersi da patologie croniche. Ecco perché il ruolo degli integratori alimentari sta diventando sempre più strategico sia dal lato dei benefici per la salute, sia in termini di impatto economico e sociale.

Carenze nascoste: quali nutrienti ci mancano di più

Lo studio evidenzia come, nonostante una dieta apparentemente varia, la popolazione europea presenti carenze importanti di:

  • ⚠️ Vitamina D → essenziale per immunità, ossa e metabolismo: l’assunzione è inferiore ai livelli raccomandati nel 70–90% della popolazione.
  • ⚠️ Calcio → fondamentale per la salute ossea, in particolare nelle donne: 20–40% non raggiunge il fabbisogno medio.
  • ⚠️ Ferro → spesso carente nelle donne in età fertile e negli anziani, con effetti su energia e concentrazione;
  • ⚠️ Iodio → cruciale per la funzionalità tiroidea: valori sotto le raccomandazioni nel 60–80% delle donne in gravidanza.
  • ⚠️ Folati (vitamina B9) → indispensabili in gravidanza per lo sviluppo del feto: carente nel 30–50% dei soggetti, in particolare tra le donne.

Queste carenze non sempre si manifestano con sintomi evidenti, ma possono minare la salute in modo silenzioso e progressivo.

Perché accade nonostante la disponibilità di cibo?

Gli autori dello studio sottolineano diversi fattori che contribuiscono a queste carenze:

1. Alimentazione moderna e cibi industrializzati
Le diete occidentali, spesso ricche di calorie ma povere di nutrienti, favoriscono un apporto insufficiente di vitamine e minerali.

2. Stili di vita e abitudini quotidiane
Sedentarietà, stress e scarsa esposizione al sole (per la vitamina D) amplificano il problema.

3. Età e condizioni fisiologiche
Adolescenti, donne in gravidanza, anziani e persone con patologie croniche hanno fabbisogni più alti e maggiori difficoltà a coprirli solo con la dieta.

4. Scelte alimentari restrittive
Diete vegetariane, vegane o regimi particolarmente limitati (ad esempio per intolleranze) possono ridurre l’apporto di nutrienti critici.

Il ruolo degli integratori: strumento di prevenzione e benessere

Lo studio sottolinea come gli integratori alimentari possano rappresentare un supporto fondamentale per:

  • Colmare carenze specifiche (es. vitamina D in inverno, iodio in gravidanza);
  • Rafforzare il sistema immunitario contro infezioni e malattie stagionali;
  • Supportare ossa e muscoli con calcio, vitamina D e magnesio;
  • Migliorare energia e concentrazione grazie a ferro, vitamine del gruppo B e iodio;
  • Prevenire patologie croniche legate all’invecchiamento, come osteoporosi e disturbi cognitivi.

Gli integratori non devono essere intesi come sostituti di una dieta equilibrata, ma come alleati complementari, da utilizzare in modo mirato e consapevole.

Evidenze scientifiche: cosa dice lo studio

Lo studio pubblicato su Frontiers in Nutrition mette in luce alcuni punti chiave:

  • Le carenze di micronutrienti non sono casi isolati, ma interessano ampie fasce della popolazione europea.
  • L’uso regolare e consapevole di integratori può ridurre significativamente il rischio di deficit.

Gli integratori rappresentano una misura di resilienza nutrizionale, cioè un modo per rinforzare le difese dell’organismo e renderlo più resistente a stress, malattie e invecchiamento.

Una questione culturale e di consapevolezza

In Europa, gli integratori alimentari sono spesso percepiti come opzionali o superflui, quando invece i dati dimostrano che potrebbero avere un impatto importante sulla salute pubblica sia in termini medico-scientifici che economici (es. gli integratori di vitamina D e calcio utilizzati per prevenire fratture negli adulti con osteoporosi nell’UE potrebbero far risparmiare circa 5,7 miliardi di euro l’anno).

Secondo gli autori dello studio, è necessario:

  • Promuovere una maggiore educazione nutrizionale,
  • Riconoscere il ruolo preventivo degli integratori nelle linee guida sanitarie,
  • Sensibilizzare la popolazione su rischi e benefici, per favorire scelte consapevoli e personalizzate.

Consigli pratici: come integrare in modo corretto

Per avvicinarsi al mondo degli integratori in modo sicuro ed efficace, è utile seguire alcune linee guida:

  1. ✅ Valutare i propri bisogni → un consulto con medico o farmacista può chiarire quali nutrienti sono più carenti.
  2. ✅ Scegliere integratori di qualità → meglio orientarsi su prodotti certificati, con dosaggi adeguati e materie prime sicure.
  3. ✅ Non eccedere nelle dosi → più non significa meglio: il giusto equilibrio è la chiave per un’integrazione sicura.
  4. ✅ Affiancare sempre a una dieta equilibrata → gli integratori non sostituiscono frutta, verdura, cereali integrali e proteine di qualità.

Conclusioni

Il nuovo studio pubblicato su Frontiers in Nutrition ci ricorda che, anche in Europa, la carenza di micronutrienti è una realtà diffusa e sottovalutata.

Gli integratori alimentari, se utilizzati con criterio, rappresentano un’opportunità concreta per rafforzare la salute, migliorare la qualità della vita e prevenire patologie croniche.

La prevenzione comincia a tavola, ma la resilienza del nostro organismo può essere sostenuta da un’integrazione mirata, sicura e consapevole.

Approfondisci leggendo lo studio completo su Frontiers in Nutrition: Micronutrient inadequacy in Europe

Domande frequenti (FAQ)

Secondo lo studio, i più carenti nella popolazione europea sono vitamina D, calcio, ferro, iodio e folati.

Gli integratori sono complementari e servono a colmare carenze specifiche, ma non sostituiscono l’apporto di nutrienti provenienti dagli alimenti freschi e vari.

Categorie a rischio includono anziani, donne in gravidanza, adolescenti, persone con diete restrittive o con patologie croniche.

Sì, è per questo che seguire le dosi consigliate e affidarsi a un medico o farmacista evita rischi da sovradosaggio.

Dipende dal tipo di micronutriente: ad esempio, la vitamina D si assume meglio durante i pasti. Per altri nutrienti, seguire le indicazioni specifiche del prodotto.

Nonostante una dieta varia, molti non raggiungono i fabbisogni raccomandati. L’integrazione mirata aiuta a prevenire carenze silenziose e a sostenere salute, energia e difese dell’organismo.

Approfondisci leggendo lo studio completo su Frontiers in Nutrition: Micronutrient inadequacy in Europe: Christie S, Crooks D, Thomson-Selibowitz R, Green-Woolard A and Mantantzis K (2025) Micronutrient inadequacy in Europe: the overlooked role of food supplements in health resilience. Front. Nutr. 12:1686365. doi: 10.3389/fnut.2025.1686365

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