Vitamina D alle Baleari: integratore difettoso, non overdose collettiva — la verità spiegata
- 08 Set, 2025
- Approfondimenti Scientifici

Indice dei Contenuti
- Introduzione
- Punto chiave: errore di produzione / prodotto difettoso, non abuso diffuso
- Cosa dicono le fonti ufficiali
- Perché la terminologia conta
- Cosa devono fare i cittadini e i professionisti sanitari
- Vitamina D: un nutriente sicuro se usato correttamente
- Perché di solito la vitamina D non causa ipercalcemia
- Quando può diventare tossica
- Conclusioni
- Domande Frequenti
No, non è stata una “overdose” collettiva: la verità sul caso della vitamina D alle Baleari (e perché i titoli sbagliano).
Introduzione
I titoloni letti alcuni giorni fa che gridano “overdose di vitamina D” spingono a panico e fraintendimenti. Il caso delle Isole Baleari riguarda un integratore difettoso (lotto: 251268 di Advanced Vitamin X, marca Erix Elite Sport Nutrition) la cui composizione reale non coincideva con quanto dichiarato in etichetta (5 µg = 200 UI per 2 capsule). L’allerta è stata trasmessa da AESAN ed è stata registrata nel sistema europeo RASFF; le fonti ufficiali indicano 15 persone nella notifica RASFF mentre report locali aggiornati parlano di 16 ricoveri. Non si è trattato di un’autentica “overdose volontaria” diffusa nella popolazione.
Punto chiave: errore di produzione / prodotto difettoso, non abuso diffuso
Le autorità sanitarie (AESAN) hanno ritirato il lotto 251268 perché le analisi hanno rilevato una presenza elevata di vitamina D nel prodotto; quindi, il danno deriva da una discrepanza tra quanto riportato in etichetta (5 µg Vit.D/2 cps) e il contenuto reale (che tuttavia non è stato reso pubblico) — cioè, un problema di qualità/produzione/distribuzione del singolo lotto. Questo è ben diverso da una “overdose” causata da persone che assumono volontariamente enormi dosi per lungo tempo. La reazione corretta delle istituzioni è stata quella del ritiro e delle indagini lungo la filiera, non l’etichettatura del fenomeno come un’abitudine collettiva di abuso (come effettuato da alcuni giornali).
Cosa dicono le fonti ufficiali
Il 3 Luglio 2025 AESAN annuncia il ritiro dal mercato del lotto 251268 del prodotto Advanced Vitamin X 90 capsules per presenza elevata di vitamina D con l’avviso di non consumare il prodotto. (aesan.gob.es)
RASFF: il 4 Luglio 2025 viene effettuata la notifica comunitaria sul portale europeo che registra l’evento segnalando persone coinvolte. (RASFF)
Ministero della Salute spagnolo / comunicati locali: richiamano al consumo razionale della vitamina D e riportano i casi clinici (numero aggiornato: 16 ricoveri in alcune ricostruzioni). (Ministero della Sanità)
Perché la terminologia conta:
Dire “overdose di vitamina D” senza precisare la causa vera — in questo caso un prodotto/lotto difettoso — induce tre errori comunicativi dannosi:
- ⚠️ spaventa inutilmente chi sta assumendo correttamente integratori prescritti dal medico;
- ⚠️ mette sotto accusa l’integrazione in generale invece di fare leve su un accurato controllo qualità industriale;
- ⚠️ confonde il pubblico su chi è responsabile (consumatore vs produttore/regolatore).
Titoli più precisi e responsabili dovrebbero dire, ad esempio: “Integratore difettoso di vitamina D ritirato dopo ricoveri alle Baleari” e nel corpo spiegare le criticità e le azioni intraprese dalle autorità e dall’azienda produttrice.
Cosa devono fare i cittadini e i professionisti sanitari
Per i cittadini:
Se possiedi Advanced Vitamin X lotto 251268, interrompi l’assunzione e segui le istruzioni di ritiro dell’AESAN. In caso di sintomi (nausea, vomito, sete intensa, minzione abbondante, debolezza) rivolgiti subito a un medico. (aesan.gob.es)
Per medici e farmacisti:
Non scartare l’anamnesi sull’assunzione di integratori quando valuti ipercalcemia.
Per i giornalisti Specificare sempre:
- lotto coinvolto,
- quantità dichiarata in etichetta,
- evidenza delle analisi che giustificano il ritiro,
- numeri e loro fonte (RASFF vs report nazionali).
Vitamina D: un nutriente sicuro se usato correttamente
L’episodio delle Baleari non deve far pensare che la vitamina D sia di per sé pericolosa. Al contrario, si tratta di una vitamina liposolubile fondamentale per la salute delle ossa, del sistema immunitario e per il corretto funzionamento di muscoli e metabolismo.
Le dosi consigliate dagli enti di riferimento europei (EFSA) e internazionali sono ben definite:
Apporto adeguato: circa 10–15 µg al giorno (400–600 UI) per la popolazione adulta sana.
Livello massimo tollerabile (UL): 100 µg al giorno (4.000 UI) negli adulti, quantità che può essere assunta in sicurezza a lungo termine sotto controllo medico.
Perché di solito la vitamina D non causa ipercalcemia
Il colecalciferolo (vitamina D3) presente negli integratori è in realtà un precursore inattivo. Per diventare biologicamente attivo deve:
- essere trasformato nel fegato in 25(OH)D (calcidiolo), la forma di deposito circolante;
- essere poi convertito nel rene in 1,25(OH)2D (calcitriolo), l’ormone che aumenta l’assorbimento del calcio intestinale.
Questo doppio passaggio è strettamente regolato da ormoni come PTH e calcitonina, che impediscono, in condizioni normali, che l’assunzione di vitamina D provochi un rapido aumento del calcio nel sangue.
Quando può diventare tossica
Se però le quantità ingerite sono enormemente superiori a quelle fisiologiche e per un periodo prolungato, il sistema di regolazione si satura:
- ⚠️ i livelli di 25(OH)D diventano talmente alti da spingere la produzione di calcitriolo oltre i limiti di sicurezza;
- ⚠️ la vitamina D, essendo liposolubile, si accumula nei tessuti, amplificando l’effetto nel tempo;
- ⚠️ in alcuni individui predisposti (varianti genetiche degli enzimi metabolici), la conversione può risultare più rapida o meno controllata.
Il risultato è l’ipercalcemia, con sintomi come nausea, sete intensa, minzione abbondante, debolezza e, nei casi più gravi, danno renale. La tossicità della vitamina D non è quindi legata all’uso corretto degli integratori, ma a situazioni eccezionali come errori produttivi o dosaggi spropositati. In altre parole, la sicurezza della vitamina D non è messa in discussione: ciò che conta è la qualità del prodotto e il rispetto delle indicazioni di assunzione.
Conclusione
Il fatto grave alle Baleari non dimostra che la vitamina D sia intrinsecamente pericolosa se usata correttamente: dimostra che controlli di qualità insufficienti su singoli lotti possono causare danni. La narrazione pubblica deve essere attenta, precisa e orientata alla responsabilità del produttore e all’azione regolatoria (ritiro, ispezione, possibili sanzioni), non al terrorismo mediatico contro la nutrizione guidata dalla medicina.